Quando fa caldo vogliamo il freddo. Quando fa freddo sogniamo il mare. Ma alla fine, va mai bene qualcosa?

Ci sono due stagioni in Italia:
quella in cui ci lamentiamo del caldo
e quella in cui ci lamentiamo del freddo.
Estate. “Non si respira.” “Questo caldo mi ammazza.” “Non si dorme più.” “Eh ma l’aria condizionata fa male.”
E mentre cuociamo nella nostra stessa insalata di sudore, sogniamo il ritorno dell’inverno. “Almeno si stava freschi,” diciamo, dimenticando che tre mesi prima eravamo sotto una coperta, maledicendo il gelo che ci entrava nelle ossa.
Inverno. “Non sento più i piedi.” “Ho il naso perennemente ghiacciato.” “Non si asciuga mai nulla.” “Le giornate sono troppo corte.”
E allora sogniamo il sole, il mare, il mojito (che poi non beviamo mai davvero).
“Eh ma d’estate c’è più luce, più energia,” diciamo, con la stessa convinzione con cui in luglio affermavamo: “Io odio sudare.”
In pratica, non va mai bene niente.
Siamo metereopatici e incoerenti con grande eleganza. È un talento nazionale: lamentarci con passione, indipendentemente dalla stagione.
Forse è per questo che ogni anno ci sorprendiamo: “Ma come, è già luglio e fa così caldo?”
O in pieno dicembre: “Ma quest’anno è freddo davvero, eh!” – come se l’inverno ci avesse preso in contropiede, ancora una volta.
Ma in fondo, è questo il bello.
Non importa se c’è il sole o la neve: avremo sempre qualcosa di cui borbottare al bar, in coda alla posta o nei gruppi WhatsApp.
E diciamocelo: lamentarsi unisce.
Ci scalda più di una stufa e ci rinfresca più di un ventilatore.
Conclusione:
Quindi, estate o inverno?
Non importa. Tanto ci lamenteremo comunque.
E forse, proprio per questo, siamo sempre perfettamente… imperfetti.
04/07/2025
A.I. Claudio
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Ci scusiamo anticipatamente per la sua pubblicazione.
Grazie
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