C’era un’aria diversa, ieri e oggi, a Isernia. Bastava mettere piede in centro per sentirla: tra le vie antiche, le piazze accaldate dal sole di fine giugno e le risate dei bambini, si respirava un’atmosfera che sapeva di casa, di festa e di cipolla.

Sì, cipolla. Ma non una qualunque: la cipolla bianca di Isernia, quella dolce, profumata, che non punge il naso ma accarezza i ricordi. Quella che si intreccia ancora a mano, come una volta, e che da generazioni nutre famiglie e tradizioni.
Una piazza che si riempie di storie
La festa è iniziata il 26 giugno in piazza Andrea d’Isernia, dove le bancarelle hanno preso vita una dopo l’altra. Non era solo una sagra: era una scena viva, con i produttori che raccontavano le loro storie e le cipolle disposte in corone come fossero gioielli.
Tra un assaggio e un laboratorio, i bambini impastavano, coloravano, scoprivano sapori nuovi. E intanto, nell’aria, il profumo delle pietanze tipiche si mescolava alle note della musica: la Piccola Orchestra Underground ha fatto da colonna sonora a una serata di risate e calici di vino.
Dalla festa alla fiera
Il 28 giugno è cominciata la vera e propria Fiera delle Cipolle, quella storica, legata ai Santi Pietro e Paolo. Un evento che a Isernia è come un capodanno locale, una data cerchiata da tutti. Le vie – da via Umbria a piazza D’Uva – si sono trasformate in un mercato a cielo aperto. Cipolle dappertutto: appese, intrecciate, cucinate, regalate, raccontate.
C’era chi le comprava per fede, chi per amore della cucina, chi solo per il gusto di fare parte di qualcosa. Perché questa fiera non è solo uno scambio di merci: è uno scambio di sguardi, di radici, di quella piccola fierezza molisana che non ha bisogno di urlare per farsi sentire.
Odori, sapori e voci
Lungo i banchi, ci si perdeva: c’erano stand gastronomici con piatti a base di cipolla (pizza, pasta, frittate, e persino dolci!), birre artigianali locali, vini delle cantine molisane. Ogni bicchiere era un brindisi, ogni boccone un frammento d’identità.
C’erano gli chef che si sfidavano nel contest ''Il Bulbo Bianco'', mescolando innovazione e tradizione. E poi c’erano i nonni con le borse della spesa piene, i turisti incantati, i ragazzi in cerca di selfie e storie da postare.
Il cuore di Isernia batte qui
La vera magia, però, non era nelle cipolle – per quanto deliziose. Era nelle persone. In chi ha montato un gazebo, in chi ha suonato dal vivo, in chi ha solo passeggiato con la mano nella mano. La festa, la fiera, è stata una dichiarazione silenziosa: “Noi siamo qui. E questa è la nostra storia.”
E Isernia, in questi giorni, si è mostrata come una città che sa ancora accogliere, raccontare, stupire. Con una cipolla in mano e un sorriso sul volto.
29/06/2025
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