L’alba di un nuovo giorno: allegria o tristezza?
L’alba è una porta socchiusa. Alcuni la aprono saltellando con il sorriso dei pubblicitari del caffè; altri la spingono piano, come chi teme che dietro ci sia il lunedì travestito da martedì. In mezzo ci siamo noi, equilibristi del quotidiano, con una tazza tiepida in mano e la speranza che il wi-fi dell’universo oggi prenda bene.
Seriamente parlando
Ogni alba ci ricorda due verità semplici: si ricomincia e non si è soli. Anche quando pare il contrario, l’aria fresca porta le stesse domande in molte finestre: cosa farò oggi di diverso? a chi voglio bene e non gliel’ho detto? quali paure posso appoggiare un attimo sul comodino per respirare meglio?
L’allegria nasce spesso dalle cose minime: una luce che entra di traverso, il silenzio buono che non giudica, il profumo del pane dal fornaio che ci ricorda che qualcuno ha lavorato mentre dormivamo. La tristezza, invece, è la memoria delle cose lasciate a metà. Non va cacciata: va salutata, come una vecchia conoscenza che passa a dire “non dimenticare di te”.
Ironia (per non prendersi troppo sul serio)
Se l’alba fosse una persona, sarebbe quell’amico che bussa presto e dice: “Su, vestiti, oggi cambiamo il mondo”. E tu, con i capelli in sciopero, rispondi: “Magari iniziamo dalla pila di piatti”. L’alba capisce, non si offende: si mette il grembiule e ti aiuta a cercare il coraggio nel cassetto delle posate.
Chi dice “al mattino rendo il doppio” spesso non specifica rispetto a cosa. Io, per esempio, rendo il doppio del silenzio prima del caffè. Dopo, però, rendo promesse: una mail gentile, un passo in più, una lamentela in meno. Non è rivoluzione, ma è manutenzione dell’anima—che è già tanta roba.
Piccola guida pratica (da tenere sul comodino)
- Guarda in alto: il cielo cambia ogni minuto, e tu con lui.
- Fai un gesto minuscolo: un “buongiorno” sincero vale più di tre motivazionali urlati.
- Concediti un difetto: la perfezione all’alba è vietata per regolamento cosmico.
- Scegli una cosa sola: una. Finiscila. Festeggia in modo eccessivo.
“Le albe non promettono felicità: offrono possibilità. La felicità la metti tu, a cucchiaini.”
Finale (con sorriso in tasca)
Allora, l’alba porta allegria o tristezza? Dipende: l’alba porta te. Se ti presenti con gentilezza, lei ti regala luce; se arrivi stropicciato, ti presta tempo per stirarti. In entrambi i casi, fa spazio. E in quello spazio, giorno dopo giorno, impari l’arte più difficile: volerti abbastanza bene da cominciare.
E ora vai: non serve cambiare il mondo. Oggi basta cambiare la prima piccola cosa. Il resto, sorprendentemente spesso, segue l’alba.














