Qualità della vita e sviluppo socio-economico sono gli obiettivi imprescindibili della “Strategia Nazionale delle Aree Interne” cui ha aderito il Molise investendo in 72 Comuni di 4 delle parti più caratterizzanti il suo territorio.

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La più vasta e popolosa delle 4 aree interne selezionate dalla Regione Molise, geograficamente posizionata nella parte più settentrionale del territorio regionale, comprende ben 33 Comuni in cui vivono quasi 36mila persone.
Con un’importante eredità storica quest'area è considerata culla delle genti Sannite fin dal primo millennio avanti Cristo, quando la coalizione marso-sannita creòla prima entità politica che assunse il nome di “Italia”.

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Gli italico-Sanniti, fra le altre cose, furono i primi a praticare il modello di pastorizia su vasta scala che diede origine alla cosiddetta “Civiltà della Transumanza” che attraversò i secoli per giungere sino alla prima metà del Novecento.
E’stato questo il sistema economico di riferimento dell’Appennino che ha sfruttato al meglio, per oltre duemila anni, le immense risorse naturali del territorio montano in rapporto osmotico con le fondovalli, la costa adriatica e la grande pianura pugliese.
Un modello di civiltà e di sviluppo il quale, sino a che è durato, ha permesso il sostentamento delle popolazioni e la nascita di ricchi centri urbani come Trivento, Agnone e Frosolone. Protagonista dell’Area sono le piste tratturali, le più importanti dell’interaCiviltà della Transumanza.
E’stata proprio la messa in crisi di questo modello, a partire dal 1806 e con le successive riforme agrarie dello stato unitario, a cambiare non solo il destino dell’Alto Medio Sannio ma di tutto l’Appennino centromeridionale il quale, ancor oggi, non ha trovato valide alternative per la creazione di ricchezza endogena, sviluppo locale, opportunità occupazionali e, dunque, per l’arresto della decrescita demografica allora innescata.

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L’area, a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, ha iniziato a soffrire di un profondo processo di spopolamento che ha raggiunto l’allarmante soglia del 35,9% in quarant’anni (1971-2011).
Una decrescita aggravata dal processo “selettivo”ovvero dalla quota di giovani che emigra per studio e che, al conseguimento del titolo di studio, non rientra nelle proprie comunità.
Un fenomeno che contribuisce all’invecchiamento della popolazione residente che, associato alla ridotta densità, determina un impatto negativo, per quantità e qualità, sull’erogazione dei servizi di base (sanità, istruzione e mobilità) penalizzando significativamente le prospettive di sviluppo locale che la strategia per quest’area mira a rilanciare.
Una testimonianza diretta in tal senso è quella offertaci dalla viva voce del sindaco di Agnone, dott. Daniele Saia, che ci ha rilasciato una videointervista disponibile nella sezione ''I nostri Ambasciatori'' che segue questo approfondimento.


27/06/2025

claudio

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