Domanda semplice, risposta complicata. La pace, in teoria, piace a tutti: silenzio, serenità, nessun rumore di bombe o titoli di giornale allarmanti.
Succede più spesso di quanto pensiamo: ti prepari con entusiasmo a un incontro, a un viaggio o a una serata speciale… e all’improvviso la realtà ti consegna qualcosa che non avevi ordinato.
Viviamo in un’epoca contraddittoria: da un lato la religione continua a proclamare messaggi di pace, fratellanza e amore universale; dall’altro, spesso viene tirata in ballo per giustificare divisioni, conflitti e contrapposizioni.
Se c’è una cosa che il Molise sa fare bene, oltre ai caciocavalli e ai paesaggi da cartolina, è far ballare la gente! Già, perché tra tamburelli, fisarmoniche e passi un po’ storti ma pieni di entusiasmo, i balli popolari molisani hanno sempre avuto la capacità di trasformare una piazza silenziosa in una festa rumorosa.
Quando si parla di Molise antico, è impossibile non evocare i Sanniti, il popolo fiero e guerriero che dominò le montagne e le valli di questa terra. Conosciuti per la loro tenacia e per l’abilità militare, i Sanniti furono protagonisti di una lunga stagione storica che vide Roma impegnata in dure guerre per conquistarne il territorio.
Racconto serio (ma non troppo), con una spruzzata di ironia e un pizzico di simpatia.
Viviamo in un tempo in cui la tecnologia ci permette di comunicare istantaneamente, abbattere distanze e costruire ponti culturali mai immaginati prima.
Ogni mattina, appena apriamo gli occhi, siamo posti davanti a una scelta. Non è soltanto se alzarci subito o rimanere ancora qualche minuto nel calore delle coperte: è la prima decisione del giorno, quella che spesso detta il tono alle ore che seguiranno.
Ogni giornata ci offre l’occasione di diventare una versione un po’ migliore di noi stessi. Non servono grandi rivoluzioni, spesso bastano piccoli gesti consapevoli che, ripetuti nel tempo, creano un cambiamento profondo e duraturo.
La felicità totale, quella assoluta e senza incrinature, probabilmente non esiste. Ma esiste una forma di felicità “parziale”, fatta di momenti, di piccole cose, di equilibri che ognuno di noi può costruire giorno dopo giorno.
Arriva un momento nella vita in cui molti si trovano davanti a una scelta: continuare a condividere la quotidianità con qualcuno o iniziare l’avventura di vivere da soli.
L’intelligenza artificiale (IA) sta entrando sempre più nelle nostre vite, e il mondo della scuola non ne è rimasto immune. Insegnanti e studenti si trovano di fronte a uno strumento nuovo, potente e, a volte, controverso. Ma quali sono i reali vantaggi e quali i rischi di portare l’IA tra i banchi?
Viviamo in un mondo che corre su due binari paralleli: quello della verità e quello della falsità
La storia dell’umanità non conosce lunghi tratti di pace assoluta, né conflitti che non si intrecciano, prima o poi, con trattative e tregue. Guerra e pace, più che opposti perfetti, sono stati che spesso convivono: confini militarizzati ma aperti al commercio, società formalmente pacifiche ma attraversate da tensioni, diplomazie che negoziano mentre i cannoni parlano. Chiedersi se possano “convivere” è quindi realistico: sì, accade già. Ma chiedersi se questa convivenza generi ricchezza è tutta un’altra storia.
C’è un momento, spesso invisibile, in cui la giornata sceglie la sua direzione: il profumo del caffè che sale, la finestra che si apre e invita la luce, una parola gentile scambiata al volo. Sono frammenti, briciole di tempo che non finiscono mai nelle agende ma che, se li raccogli, cambiano il sapore delle ore.
La felicità viene spesso immaginata come una linea retta, un percorso sicuro e privo di ostacoli. In realtà, la vita non scorre mai così: ci troviamo davanti a curve improvvise, deviazioni, incroci da scegliere. Ed è proprio lì, nelle svolte inattese, che si nasconde gran parte del nostro cammino interiore.
La fiducia e la stima – verso noi stessi e verso gli altri – assomigliano a un’altalena. Ci sono giorni in cui voliamo alti, sentendo il vento dell’autostima che ci sostiene, e altri in cui scivoliamo verso il basso, rallentati da dubbi e insicurezze. È un movimento naturale, quasi fisiologico, che accompagna la vita di ogni persona
Leggere è un atto che nutre non solo la mente ma anche il corpo: rilassa, abbassa i livelli di stress, migliora la concentrazione e persino la qualità del sonno.
Viviamo in un mondo che corre veloce, saturo di notifiche, di parole, di richieste. Ma c’è un alleato nascosto, sempre lì, che spesso dimentichiamo: il silenzio. Non un vuoto, non un’assenza sterile, ma un linguaggio sottile che ci parla senza voce, che ci restituisce a noi stessi.
Ogni mattino è una soglia: da una parte il sonno e i pensieri sfocati, dall’altra il mondo che ci aspetta. La prima decisione che prendiamo appena apriamo gli occhi sembra minuscola, eppure orienta la bussola interiore con cui leggeremo tutto il resto della giornata.